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Federalismo, una necessità

Flashback – Elezioni amministrative 2009 – n. 13 – continua

 

 

L’altra sera il senatore ha illustrato i contenuti del Ddl Calderoli
‘Solo con una perequazione delle spese tra Regioni e altri enti locali potremo affrontare la grave crisi economica ed occupazionale’ tuona Massimo Garavaglia

 

ARESE – ‘Siamo all‘inizio di una grave crisi economica – ha detto il senatore leghista Massimo Garavaglia – che porterà nei prossimi mesi in Italia un tasso di disoccupazione dal 7,7% all’8% per gli italiani e dall’8 all’11% per gli stranieri. Una guerra tra i poveri, perché la prima idiozia è stata la globalizzazione. Con un debito italiano che è di 1800 miliardi di euro. Il terzo al mondo. La domanda non è quindi quanto costa il federalismo fiscale. Ma quanto farà risparmiare’.

Il senatore Garavaglia ha illustrato nel suo intervento i dettagli del Ddl Calderoli, passato a gennaio al Senato con 156 voti favorevoli, 6 astenuti (Udc) e 108 astenuti (Pd e Italia dei Valori), approdato ora alla Camera. Ma prima, ha voluto puntualizzare gli sprechi che si starebbero consumando a livello nazionale ai danni delle regioni più virtuose come la Lombardia.

La Lombardia – ha infatti proseguito – produce il 23% del Pil nazionale, ma solo il 30% del suo gettito fiscale torna nelle sue casse e questo è ingiusto e ingiustificato. La Sicilia, essendo una regione autonoma, trattiene il cento per cento di quanto incamera e non gli basta, perché chiede ancora l’intervento dello Stato. In un periodo di grave disagio, la sanità per gli irregolari costa alla Lombardia 42 milioni, e all’Italia 93. Sull’immigrazione, inoltre, il paese non regge più i numeri’.

Nel citare l’economista Rigolfi, secondo il quale il Federalismo dovrà portare alla riduzione degli sprechi in relazione alla responsabilizzazione degli amministratori, alla riduzione dell’evasione fiscale e della spesa pubblica, Garavaglia ha spiegato come il Ddl Calderoli andrà a incidere soprattutto sul contenimento della spesa pubblica attraverso la determinazione di costi standard per i servizi essenziali, quali assistenza, sanità e istruzione, che in pratica elimineranno la spesa storica, così come la si conosce oggi.

In dettaglio il Ddl attuerebbe l’articolo 119 della Costituzione, che stabilisce la piena autonomia di entrata e di spesa per Regioni ordinarie e degli enti locali. I valori dei costi standard sono ricavati dalla media dei costi regionali proporzionati rispetto le dimensioni, il livello dei bisogni eccetera.

Come funzionerà quindi la distribuzione delle risorse? ‘Per prima cosa verrà stabilito quali regioni sono in grado di far fronte autonomamente al sostenimento delle spese essenziali. Successivamente verrà stabilito un mix sulle aliquote delle imposte più importanti come Irpef e Iva che potranno trattenere direttamente. Le regioni che invece non sono finanziariamente autonome, potranno pescare in un fondo perequativo che sarà finanziato con l’Iva. Ma la differenza la farà il costo standard. Perché se un prelievo costa in Lombardia 1 euro e in Calabria costa 8, come coprire la differenza sarà un problema loro’.

Il processo sarà il medesimo anche per le Province e i comuni, ai quali sarà garantito un loro patrimonio commisurato alle dimensioni territoriali, alla capacità finanziaria e alle competenze svolte. I comuni potranno introdurre una tassa di scopo per finanziare ad esempio la realizzazione di opere pubbliche. Ammesso che il testo sul federalismo fiscale passi anche alla Camera, sarà necessario ancora un anno per l’emanazione del primo decreto legislativo, mentre quelli successivi saranno emanati nei due anni complessivi. Infine sarà necessario un altro anno per gli eventuali decreti correttivi.
O.T.R.

‘Prealpina’ – 5 marzo 2009