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Perché la Lega non era in consiglio

OLYMPUS DIGITAL CAMERAARESE – Dopo aver avviato l’operazione trasparenza sul centro sportivo, la Lega Nord ha dissertato il consiglio comunale a esso dedicato voluto dal Pd e dall’ex leghista Delmonte.
In un volantino distribuito in auditorium lunedì sera, i padani fanno sapere di non essere d’accordo con l’operato della Fondazione, che dando carta bianca a Intese avrebbe permesso una gestione iniqua del “Davide Ancilotto” e sarebbe venuta alle proprie funzioni statutarie.
“La vicenda si trascina da decenni e siamo convinti che non si possa risolverla in cinque minuti. Ci sono episodi che diventano simbolo di una situazione. E in questo senso la nota vicenda dei gonfiabili , privi di autorizzazione, abbandonati nel campo da basket all’aperto , reso coscientemente e volontariamente inutilizzabile per mesi, ha palesato un ‘incoerente e inaccettabile trasferimento del controllo del centro sportivo dal comune a favore di terzi. Facs è stata costituita nel 2005 sotto l’amministrazione Perferi e come presidente è stato nominato Poliani . nel corso degli anni la gestione Facs ha generato e accumulato debiti ripianati a fine anno dall’amministrazione comunale con i soldi dei cittadini. Dalla sua costituzione al 2010 sono stati versati a questa creatura oltre 500mila euro. Nonostante tali ingenti trasferimenti il centro sportivo non è stato tenuto in manutenzione, nulla è stato controllato e nulla verificato”.
Ma perché non presenziare al consiglio comunale? Perché in pratica la situazione non è ancora chiara allo stesso assessore allo sport Andrea Bartolini, che dopo mesi di richieste solo il 4 luglio scorso ha ottenuto da Facs una parte della documentazione voluta con anche delle fatture emesse nei confronti delle società sportive dall’agosto 2010 a oggi, molte delle quali controllate dal partner speciale di Facs, Intese. “La Lega – scrive il partito – sta procedendo a un’attenta analisi per verificare la sua consistenza e corrispondenza rispetto agli interventi indicati nell’avviso pubblico dì interesse pubblicato da Facs nel luglio 2010. A breve comunicheremo le nostre risultanze e considerazioni”.
Secondo alcune anticipazioni, molte fatture per le opere eseguite porterebbe la semplice dicitura “per manutenzioni” senza la descrizione del lavoro svolto. La realizzazione della Club House, non contemplata dal progetto speciale, sarebbe costata circa 80mila euro. E molti altri importi sarebbero da chiarire. Secondo la Lega il ruolo della Fondazione è da rivedere per cui chiede la revoca per inadempimento della convenzione esistente tra Facs e Comune (che scadrebbe nel 2014), la costituzione di un gruppo di lavoro per verificare il reale costo degli spazi del centro sportivo, l’apertura immediata di un tavolo con tutte le associazioni per definire delle tariffe provvisorie, l’approvazione in consiglio comunale di un regolamento per l’affidamento riqualificazione degli impianti sportivi comunali in modo da evitare ogni dubbio per il futuro.
Non manca una frecciata all’Udc di Gino Perferi: “A chi dopo aver dato vita a fondazione dimentica che il problema si trascina da un decennio e oggi invoca candidamente un intervento risolutivo della problematica chiediamo di appoggiare la nostra proposta di revoca”.
Sul ruolo negativo che Intese avrebbe nel centro sportivo e per gli interessi degli aresini si è invece concentrato molto il Pd. Il consigliere Enrico Ioli ha chiesto una verifica delle opere eseguite da parte dei lavori pubblici. “Non ho visto – ha detto – un contratto dettagliato, un progetto, un computo metrico”. Giancarlo Giudici si è detto d’accordo su molto di quanto detto nel volantino dalla Lega Nord e si è domandato: “Come garantire che il pubblico possa controllare la gestione dello sport: non si è potuto fare con il Ccsa e non lo è stato con Intese”. Paola Tognolo ha rilevato come per partner speciale sia stata scelta una società che non aveva alcuna esperienza pregressa nel settore, non aveva personale qualificato né referenze bancarie adeguate. “Anzi – ha considerato – si occupa di informatica e gestioni immobiliari, e nasce dalle ceneri di un’avventura imprenditoriale, quella della TC Sistema di Garbagnate, finita con una procedura fallimentare (peraltro TC Sistema era uno dei soci fondatori della Fondazione, e quindi viene da dire che vediamo un certo conflitto di interessi). Insomma, qualora avesse partecipato a un bando pubblico, sarebbe stata esclusa per mancanza dei requisiti di base”.

O.T.R.

vedi anche ‘Il Notiziario’ – 22 luglio 2011 – pag. 56