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Centro sportivo: nasce un Comitato di genitori per salvare ad Arese il prossimo campionato

 

Luigi Muratori

Luigi Muratori

ARESE – Al centro sportivo “Davide Ancillotto” l’anno agonistico di bambini e ragazzi si sta chiudendo e a oggi in vista della ripresa a settembre non sono ancora partite le preiscrizioni. Il risultato è che i centri sportivi limitrofi, a caccia di nuovi iscritti, stanno contattando in questi giorni per vie traverse l’utenza aresina con l’intento di riempire le proprie strutture e le proprie casse. La questione ormai si ripete da qualche anno. Cioè da quando con l’Istituzione della Fondazione Facs, l’associazione Ccsa, titolare degli accreditamenti presso il Coni delle attività agonistiche, ha perso il filo diretto con il comune e ogni anno deve rinegoziare con l’ente la convenzione appaltante. Aggiungi che dopo l’arrivo l’anno scorso della società privata Intese (oggetto di polemiche sul territorio e di dibattito politico) che ha acquisito la gestione degli impianti , il Ccsa rischia di uscire definitivamente dalla gestione delle attività sportive aresine se la Fondazione dovesse bocciare il suo progetto sportivo 2011-2012.

Senza l’approvazione di un progetto sportivo non possono partire le preiscrizioni. L’incertezza, che ormai si ripete da almeno tre anni a questa parte, si riflette su bambini e ragazzi che giocano negli sport di squadra (calcio, basket, pallavolo) e sulle rispettive famiglie, che temono di essere costrette ad andare fuori comune a far fare sport ai loro figli. Sull’onda del malcontento è nato nei giorni scorsi un Comitato spontaneo di genitori, capeggiato da una decina di papà, che ha già raccolto quasi cinquecento firme per una petizione da consegnare al sindaco Gianluigi Fornaro. “Ho tre figli di 14, 12 e 9 anni che giocano fin da piccoli a calcio e pallavolo – spiega l’avvocato Luigi Muratori, portavoce del Comitato – ed è da un po’ che discutevamo del problema. Poi ci sono giunti due o tre segnali come la chiusura dei cancello all’entrata del calcio, gli allenatori che se ne vanno, i tornei che non si fanno più e alcuni allenamenti saltati. Ma la molla vera che ha fatto scattare tutto, sono stati gli occhietti del mio bambino più piccolo, quando un giorno uscendo dal centro mi ha detto: “Papà ma se non possiamo giocare a calcio l’anno prossimo dove andiamo?”. Perché noi a tutt’oggi non abbiamo alcuna offerta dal centro sportivo comunale per i ragazzi di Arese. Si stanno riversando tutti sul Gso o sui centri di Bollate e Garbagnate. E a parte il fatto che non tutti i genitori hanno la possibilità di accompagnare i propri figli altrove, la cosa peggiore è quella di disgregare il rapporto d’amicizia dei ragazzi di uno stesso paese. Ragazzi che si conoscono fin dall’asilo e che vanno a scuola insieme”.
Il Comitato, assicura Muratori, è apartitico e trasversale. “Di chi è la colpa? – si domanda – io non lo so. Non so chi abbia ragione. La cosa che più dà fastidio è il non sapere com’erano le regole precedenti e come sono quelle attuali. C’è molta disinformazione sulla gestione dello sport qui ad Arese. Nello stesso tempo siamo preoccupati di essere costretti a mandare i nostri ragazzi altrove. A noi genitori sembra che questa gestione sia legata più a un discorso di business che a un discorso di servizi alla collettività”.
Verso febbraio – marzo l’ex campione dell’Inter e allenatore Davide Fontolan è andato via e il Ccsa avrebbe detto alle famiglie che non venendo retribuito dalla società appaltante non potevano più garantire il servizio, ma che per una questione di buona volontà avrebbe comunque portato alla fine del campionato i ragazzi. “Ad allenare – racconta Muratori – è arrivato un ragazzo volonteroso che ha fatto quello che sta facendo e che può fare. E ora l’anno prossimo rischiamo di non andare da nessuna parte”.

Ombretta T. Rinieri

‘Il Notiziario’ venerdì 27 maggio 2011 – pag. 65
(v.di anche La replica di Chiappini: ‘Puntare sulla qualità’ di Enrico Borroni stesso numero de ‘Il Notiziario’