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‘Il Centro sportivo privatizzato di fatto’: Calaminici si dimette dalla Fondazione

OLYMPUS DIGITAL CAMERAARESE – Per gli aresini la questione del Centro sportivo “Davide Ancillotto” è la più scottante e quella che li tocca più da vicino. Il “Cicci”, come da sempre è soprannominato con l’adozione di un acronimo “family” in onore dell’associazione Ccsa, che dalla sua costruzione negli anni 60 lo gestisce, è, nei loro cuori. E’ un importante centro di aggregazione sociale della città. Un importante luogo sportivo per i bambini, i ragazzi e gli adulti che vi praticano lo sport dal dilettantismo all’agonismo.
Le sue vicende appassionano e dividono. E da molto tempo, tra accuse incrociate tra Ccsa e Amministrazione comunale, tra Fondazione e Ccsa e ora tra Intese e Ccsa, nessuno riesce a vederci chiaro. Quello che è certo e che si vede,  è che il centro ha bisogno di manutenzioni radicali che non vengono fatte. Che i lavori per la nuova piscina o centro natatorio più volte promessi non partono. E che dietro emergono faide, debiti, dispetti incrociati, denunce in consiglio comunale da parte delle minoranze, partendo fin dall’epoca dei due mandati Perferi e a quello attuale del sindaco Gianluigi Fornaro.

 

Il Pd non demorde e questa settimana ha tenuto una conferenza stampa per annunciare le dimissioni del suo esponente ed ex consigliere comunale Armando Calaminici dal consiglio d’indirizzo della Fondazione che da qualche anno gestisce gli impianti sportivi per conto dell’amministrazione comunale. Il 5 luglio 2010 Fondazione, in forza di un suo articolo dello statuto, ha emesso un avviso di gara vinto dalla società Intese, privata, che si è affiancata e quasi sostituita del tutto alla polisportiva Ccsa nella gestione delle discipline sportive che si svolgono all’interno del “Davide Ancillotto”, by passando di fatto un bando pubblico. E su questo, il Pd fa risalire la madre di tutte le attuali dissonanze.

 

Queste dimissioni non nascono dal nulla – ha affermato la segretaria del Pd di Arese, Paola Pandolfi – ma sono l’atto finale del dissenso di tutta la gestione che è stata fatta nel centro sportivo. Dal bando del luglio dell’anno scorso in poi. Tutte le nostre richieste di chiarimenti e di atti di trasparenza relative sui trasferimenti finanziari e all’effettuazione di un bando per la gestione del centro sono caduti nel nulla e nel silenzio. Quindi essendo in totale dissenso su ciò che tra l’altro potrebbe succedere nei prossimi mesi, essendo veramente venuta a meno quella funzione di controllo che noi auspicavamo di riuscire ad avere con i nostri esponenti”.

 

Le questioni sono semplici – si è riallacciato Calaminici – e facilmente enucleabili. Io ero nel consiglio d’indirizzo della Fondazione Arese Cultura e Sport dall’inizio del 2010 dopo l’uscita del nostro esponente Nerio Agostini che vi sedeva dal 2006. Di fatto la situazione del centro sportivo era all’ordine del giorno fin dalla mia entrata, perché la Fondazione era piena di debiti essendosi fatta carico delle spese di manutenzione e delle utenze (luce, gas ed elettricità) a fronte del mancato pagamento del canone di affitto degli impianti da parte del Ccsa e della posizione del comune che non pagava le spese. A giugno 2010 almeno per le manutenzioni ci è stata prospettata la soluzione del privato e quindi, anche se con delle perplessità, abbiamo condiviso l’avviso di gara del 5 luglio. Ma in realtà quello che è successo nei mesi successivi è stato un passaggio di mano della struttura Fondazione a Intese a fronte di alcun accordo scritto, con una privatizzazione di fatto del centro sportivo comunale”.

 

Il presidente della Fondazione Pogliani – ha continuato Calaminici – non ha contribuito a rasserenare i rapporti fa Ccsa-Intese e il conflitto in essere fra i due è andato riacutizzandosi. Oggi rischia di saltare l’attività sociale in mano al Ccsa. Il Comune continua ad asserisce che il progetto e gli investimenti sono in mano alla Fondazione, che si avvale allo scopo di Intese quale partner privato per le grosse cifre”.

 

Stando all’ex consigliere comunale del Pd,  la Facs sarebbe diventata un guscio vuoto e all’orizzonte si prospetterebbero per l’organismo nuovi debiti. “Ci hanno proposto – ha precisato Calaminici – l’assunzione di un direttore generale non previsto dallo Statuto nella persona di Giovanni Congi, che attualmente è nella rsa Gallazzi Vismara. La Fondazione si regge sul volontariato. La nuova figura prenderebbe un emolumento considerevole a fronte di debiti al 31 dicembre 2010 per 450mila euro. 260mila di perdite nel 2009. Altra questione aperta è l’impostazione comunale di investimenti per 16 milioni di euro nei prossimi anni che dovrebbe sostenere il partner privato senza che sia stata indetta una gara pubblica e richiesta una fidejussione per il rischio di un possibile disimpegno”.

 

Sulla stessa linea di Calaminici anche Giuseppe Augurusa, candidato sindaco del Pd alle amministrative del 2009 ed ex capogruppo consiliare del partito, con però un certo riguardo più sul partner privato che su Fondazione: “Noi sappiamo – ha detto – che Intese ha impegnato certe risorse a fronte di entrate derivanti dall’aumento delle iscrizioni. Così facendo si tratterebbe di una mera partita di giro, mentre il comune non ha verificato la ragione degli aumenti, violando la convenzione con Fondazione. In otto mesi non si è ancora stipulato un accordo tra Intese e amministrazione con le obbligazioni reciproche. Inoltre si continua a chiamare partner speciale un soggetto che ha sostituito la Fondazione e ha costituito tre società sportive: Arese Sport srl, Arese Nuoto e Arese Basket. Stiamo prendendo seriamente in considerazione di adire alle vie legali per riconsegnare alla cittadinanza il centro sportivo espropriato alla comunità da una società privata. Tutto quanto pone ancora una volta un problema di responsabilità e di trasparenza degli amministratori di fronte alla virata verso la privatizzazione del centro sportivo comunale. Intese si sta prendendo il meglio del pubblico perché non paga il canone e nello stesso momento aumenta le tariffe come un privato”.
Ombretta T. Rinieri

(Il Notiziario 8 aprile 2011)