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Il personaggio: dal negozio di papà e le lezioni di tennis al Lido, agli impianti sportivi in giro per il mondo

(Intervista all’ex sindaco di Arese Giancarlo Grandi)

 

grandi in comuneARESE – (o.t.r.) – Giancarlo Grandi ha fatto il soldato in artiglieria. In Liguria. Ha conosciuto i patimenti della guerra. “La gioventù d’allora non è da condannare – racconta – e ha fatto l’Italia senza un soldo. Nessuno se lo ricorda. Dovrebbero ringraziare questi vecchi”. Grandi è un uomo della sua era e, come tanti della sua generazione, si è fatto dal nulla: “Ho cominciato dal niente. Mio padre e mia madre avevano un negozio di articoli sportivi e finito il militare sono andato ad aiutarli. Un giorno una ragazza mi parlò in negozio dell’imprenditore Montecatini che doveva fare un centro sportivo ad Affori. Andai in bicicletta e mi presentai al geometra. Feci l’impianto sportivo ad Affori, completo di calcio, pista podistica, tiro al piattello, campo di hockey e ristorante. Uno dei più grossi lavori della mia vita senza sapere niente”. Grandi rigira fra le mani un vecchio libro. Titolo: “Prontuario del costruttore con speciale riguardo ai nuovi materiali”. “Lo tengo come un oracolo – dice – me lo regalò il geometra. Non capivo perché quando gli presentavo i preventivi dopo un po’ me li restituiva con la minuta di preventivo. Mi disse: “Lei è un bravo ragazzo, ma non sa un tubo. Si legga questo”. Ho trovato la persona giusta nel momento giusto e sono diventato costruttore”. Quando non c’era lavoro in negozio, Grandi andava a insegnare tennis al Lido di Milano. Otto, nove ore. “Il mio lavoro – racconta – era di stare con papà a raccordare le racchette. Ebbi il coraggio di cambiare strada. Il primo acconto andai a prenderlo in bicicletta con mio fratello seduto dietro: avevo paura che mi portassero via i soldi. Dopo ho fatto parecchi altri lavori”. Molti centri sportivi dell’aeronautica militare portano la firma Grandi. In piazza Novelli, a Linate e gli aeroporti. “Praticamente li ho girati tutti – racconta – sia in Italia che nelle isole. E questo mi rendeva felice”. Grandi iniziò l’attività d’imprenditore insieme con il fornitore Ferrario che macinava il materiale di campo da tennis, fondando nel 1948 la Tennifer, Società in seguito diventata di famiglia con la moglie e il fratello di Grandi. La Tennifer si impone come società specializzata nella realizzazione di impianti sportivi. Fra i lavori più significativi quello di Linate per la Banca Commerciale Italiana con 16 campi da tennis, bocce, parco giochi, lago artificiale e ristorante. “Avevamo un piccolo stabilimento a Milano, in via Canonica. Negli anni 50, casualmente, venni a sapere di un terreno libero ad Arese. Comprai i terreni e iniziai a fare i capannoni. Presi a lavorare molto all’estero. Facevo 120-130mila chilometri all’anno. Abbiamo fatto lavori in tutta Europa. Le più belle famiglie del mondo sono state mie clienti. Dai Moratti agli Agnelli”. In quegli anni Grandi, pur vivendoci, conosceva poco Arese. Entrava e usciva dalla Varesina, perché aveva ancora gli uffici a Milano, kin corso Sempione. “La mia casa era lì dietro (e indica una villa alle spalle dello stabilimento Tennifer di via marmolada). Si vedevano le montagne. Non c’era niente allora. Ad Arese c’erano solo 3mila abitanti. Non conoscevo nessuno. Un giorno venne a trovarmi insieme al sindaco Oliva l’amministratore delegato della Bassetti, Perfetti, cui avevamo realizzato i campi da tennis a casa sua e perla società. Mi proposero di fare il sindaco di Arese. Accettai. Non so neppure io per quale diavolo di motivo”.

(La Prealpina 26 aprile 2006)