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La sperticata difesa dell’Accordo di programma di Gino Perferi

'La Regione é presentissima, ma é condizionata al volere dei comuni', risponde a Ioli. La tangenziale é necessaria. Si fa strada il dubbio della strumentalizzazione politica dei comitati dei cittadini.

 

Giunta Fornaro

Giunta Fornaro

ARESE – Ormai in piena notte, in un auditorium davvero deserto, fra le cui pareti hanno rimbombato il 12 ottobre scorso le critiche feroci all’accordo di programma sull’ex Alfa Romeo dei consiglieri di minoranza Giuseppe Augurusa ed Enrico Ioli (Pd), ha preso la parola in consiglio comunale l’ex sindaco e capogruppo dell’Udc Gino Perferi, che essendo stato fra i grandi protagonisti dell’accordo stesso non poteva che lanciarsi in una sperticata difesa del piano commerciale e residenziale progettato dai tavoli politici e tecnici dopo che la Regione Lombardia con la legge 1 aveva derubricato l’area da industriale a dismessa.

Rispondendo in particolare a Ioli, Perferi ha iniziato: “Osservazioni e controdeduzioni all’adp credo che possano essere superate, perché alla fine noi dobbiamo approvare un documento che ha la valenza di variante urbanistica e i cui progetti saranno successivamente presentati, discussi, integrati e, perché no? migliorati. Vorrei dire al consigliere Ioli che la Regione è presentissima. Però in tutti i tavoli abbiamo sempre detto che il Parco delle Groane è dei Comuni e i comuni lo vogliono gestire. Quindi Provincia, Regione e comune di Milano fatti da parte e lasciaci lo spazio. La Regione Lombardia ha un’influenza importante anche sull’Alfa Romeo, come su altre aree. Però noi ai tavoli tecnici abbiamo sempre detto: Regione dacci tutti i supporti necessari che puoi, compresi i finanziamenti per alcuni investimenti viari, che sono previsti, non cancellati. Ma lascia che i comuni discutano con le maestranze dal punto di vista tecnico e portino a compimento gli indirizzi politici atti a interpretare le esigenze del territorio”.

Stando quindi al grande affabulatore di Perferi, la Regione Lombardia non si è, per così dire, defilata, ma si è limitata a un mero appoggio esterno. E ciò, per volontà stessa dei comuni di Arese, Lainate, Garbagnate e Rho. Proseguendo con la demolizione dei ragionamenti espressi dalla minoranza ,

Perferi ha poi continuato: “Le viabilità non sono stralciate. Sono lì nelle indicazioni dei progetti. Non nei progetti, che non sono ancora definiti. Ma c’è un particolare. L’autorizzazione per il centro commerciale non verrà rilasciata se non saranno compiuti gli interventi sulla viabilità. Mentre vige ancora l’idea originale di procedere alla reindustrializzazione in termini consortili e mai singolarmente. Quel morso che è stato dato al territorio, non è un morso digerito, ma è un pezzettino che nel momento in cui Garbagnate rientrerà dopo l’approvazione dell’adp diventerà un’area completa. E’ un fatto formale, non sostanziale”.

Poi l’ex sindaco aresino ha tenuto a precisare i passaggi che negli anni hanno portato alla deriva l’ ex Alfa Romeo. “Nel 2004 – ha ricostruito Perferi – i quattro comuni dell’area approvavano l’aggiornamento dell’accordo di programma sottoscritto il 26 giugno 1997 prorogandone la validità fino al settembre 2006. Il documento di aggiornamento riguardava solo una parte dell’area. Cioè solo quella di proprietà dell’Alfa Business Park (Abp) e ne sanciva la destinazione d’uso a insediamenti produttivi con annessi servizi alla produzione e servizi di logistica. Ma fu un’operazione in perdita. Il risultato di quell’aggiornamento è stato marginale rispetto all’intervento. I motivi sono da ricercarsi anche nel mercato in rapido cambiamento, che ha creato i presupposti di concorrenzialità scadente rispetto ad altre aree per quanto riguarda certe attività produttive. E mi riferisco sempre all’Abp. Nonostante le difficoltà, le proprietà sottoscrittrici hanno ugualmente portato a termine nei quattro comuni le opere a scomputo previste. Contemporaneamente hanno proseguito la modifica dell’area oggetto dell’adp e assorbito nella quasi totalità le maestranze in mobilità definite con l’accordo di programma”.

Nel frattempo i comuni, e particolarmente Arese, si sarebbero trovati a fronteggiare i tentativi per insediare nell’area nuove e non previste funzioni. Come il trasferimento dei commercianti cinesi dalla via Paolo Sarpi di Milano, l’insediamento della logistica del Porto di Genova (proposta dall’allora centrosinistra, ndr), il trasferimento dell’ortomercato di Milano e perfino la nascita di una moschea.

Mentre la politica locale bocciava l’ipotesi della nascita di un polo ospedaliero, che avrebbe riunito in un’unica struttura le eccellenze di tre plessi ospedalieri che a loro volta sarebbero stati trasformati in lunga degenza.

“Allora fui l’unico sindaco del territorio – ha ricordato Perferi – a battermi per questa ipotesi. L’unico, anche perché l’unico di centrodestra. Tutti gli altri colleghi di centrosinistra ne bocciarono l’idea. E’ questa la storia che portò alla promozione di un nuovo accordo di programma per rilanciare l’area, complice pure le nuove esigenze del mercato nate dalle veloci evoluzioni dello stesso”.

Ma l’evoluzione del mercato e l’intervenuta crisi economica mondiale dell’ultimo anno e mezzo possono assolvere la politica dalla mancanza di non aver voluto “volare alto?”. Perferi non si è risposto ed è passato oltre, prendendo a pretesto per l’operazione commerciale e immobiliare in discussione anche l’apertura del polo fieristico e l’arrivo alle porte di Arese di Expo 2015.

Subito – ha quindi ricostruito – si è dato avvio a un programma intenso di attività. Nel settembre 2007 è partito il tavolo tecnico-politico, il primo coordinato dalla Regione ma non gestito. Il secondo, coordinato dal comune di Arese (e in particolare dal direttore tecnico aresino Sergio Milani, ndr) per l’analisi delle problematiche territoriali e per la redazione dello strumento di pianificazione quadro e dotato di quella necessaria flessibilità gestionale che i tempi richiedono. Su questi tavoli si è discusso di tutta l’area, non di una parte come in passato. Con la presenza anche della Fiat che precedentemente si era defilata.

Il 29 maggio 2009 il Comitato per l’accordo – formato dalla Regione Lombardia di Formigoni, Provincia di Milano di Penati, dai comuni di centrodestra Arese, Rho e Garbagnate e da quello di centrosinistra Lainate e dai privati Aglar, Abp e Fiat, ndr – ha approvato definitivamente la proposta di riqualificazione dell’area per arrivare alle varianti urbanistiche necessarie. E detta approvazione è stata unanime. Dalla Regione alla Provincia ai quattro comuni alle proprietà. Solo successivamente Garbagnate ha chiesto di esserne tenuta fuori”.

Un’approvazione trasversale che, pur essendo avvenuta in piena campagna elettorale per le amministrative e le provinciali, non è stata resa nota agli organi d’informazione e quindi all’opinione pubblica. Che ne è venuta a conoscenza solo ai primi di luglio 2009, quando la semplice cittadina aresina Sara Belluzzo (oggi al vertice dei comitati di cittadini “Difendiamo Arese” e “Un altro accordo è possibile”) ne rivelava alla stampa locale l’esistenza dopo averlo scoperto “in modo fortuito” nell’ambito della propria attività di volontariato anti-venatorio.

Con il senno del poi, e a ben ricordare le dichiarazioni nel giugno 2009 del candidato del Pd Giuseppe Augurusa favorevoli alla costruzione delle case nell’ex Alfa Romeo secondo il “Piano Marone” e a ben guardare oggi le forze politiche e associazionistiche presenti nei comitati e altrettanto presenti sotto altra forma negli azionariati dei privati costruttori del centro commerciale e delle residenze nell’ex area Alfa Romeo , viene da chiedersi se questa “fuga di notizie” non sia stata orchestrata ad hoc subito dopo le elezioni dai quei partiti usciti sconfitti dalle urne e che, trovandosi non più nelle stanze dei bottoni hanno conseguentemente deciso di cavalcare la tigre dell’immancabile protesta dei cittadini del Nord-Ovest milanese.

Un pensar male? Forse. Ma qualche volta ci si azzecca pure. Ed è comunque un dubbio atroce che in queste ore si sta facendo strada negli stessi cittadini del territorio.

alfa-aerea5Ma torniamo a Perferi e al suo intervento in auditorium “Aldo Moro” il 12 ottobre scorso.

“Noi questa sera – ha detto – unitamente ai consigli comunali degli altri comuni sottoscrittori dell’impegno del 14 settembre 2010 a Milano, approviamo con questo adp la variante urbanistica, che mette dei punti fermi su cosa sarà consentito insediare nell’area ex Alfa Romeo . I singoli progetti, valutati e verificati attraverso la valutazione d’impatto ambientale strategica e nel loro singolo dettaglio diverranno esecutivi successivamente, laddove saremo chiamati a esprimere i nostri pareri come singole amministrazioni. Gli operatori, dal canto loro, sono chiamati in modo cogente a rispettare i provvedimenti a loro carico previsti nella realizzazione di infrastrutture viarie e ambientali, di progetti per la salvaguardia e rilancio del commercio del territorio attraverso forti contributi. Che riguardano il territorio di Arese, Lainate e Rho con l’allargamento a Garbagnate, quando l’adp sarà approvato”.
Viabilità.

Inutili, per Perferi, le critiche della minoranza sulla viabilità e il trasporto pubblico.

Le infrastrutture viarie – ha detto convinto – sono strettamente connesse alla concessione dell’autorizzazione commerciale se è portata a compimento. A ciò si aggiunge l’impegno della Provincia per la Variante alla Statale Varesina, che in questo adp è condizionante a tutto il resto. La tangenziale è a carico dell’operatore ed è altrettanto indispensabile per poter modificare il traffico verso Milano. Mentre Invitalia ha assunto un impegno preciso sulla disponibilità dei 53,5 milioni di euro, che sono accantonati, necessari a per una mobilità eco compatibile”.
A conclusione del suo intervento ecco la stoccata alla stampa, colpevole delle solite accuse infondate. “Mi preme sottolineare – ha detto l’ex sindaco aresino – che il processo di “reindustrializzazione” dell’area ex Alfa Romeo non è una nuova colata di cemento come si è spesso letto nella stampa locale e quotidiana, ma solo un reale recupero di un’area già cementificata e urbanizzata”.
Ombretta T. Rinieri

(continua)