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Cimitero: dopo un’estate infernale arrivano tre estrattori industriali

I problemi del lato Ovest si allargano al lato Est e un’altra mamma insorge

 

ARESE – Continua al cimitero di Arese il calvario dei parenti che hanno i loro cari tumulati nei loculi. Il problema dei gas di putrefazione che fuoriescono dalla struttura realizzata in via Orti durante il mandato della giunta Perferi e incancrenitosi a causa di interventi tampone non risolutivi, sta investendo anche il lato Est, dove vengono accolti i defunti più recenti. Anche qui é una mamma (come già la signora Maria Rosa Zaffaroni per il lato Ovest) a farsi portavoce del disagio dei parenti.

 

Anna Zagaria ha perso il suo Nicola nel 2006 a causa di un linfoma. Aveva solo trent’anni. Racconta di un’estate terribile.

“L’odore era talmente forte e persistente da tutte le parti – afferma – che per riuscire ad avvicinarci ai nostri cari abbiamo dovuto mettere le mascherine. E’ una cosa vergognosa che non si possa andare vicino a un figlio, a un genitore, a un fratello o a una sorella”.

 

In vista del caldo l’architetto Sergio Barbera, dell’associazione dei diritti dei cittadini che sta seguendo la vicenda insieme con l’avvocato Emanuela Gambini, aveva chiesto all’Amministrazione di transennare l’area per ragioni di salute pubblica e di provvedere quanto prima con il progetto di risanamento presentato dall’ingegnere Andreani, quale risultato del lavoro della terna di esperti attivata a suo tempo dal sindaco Perferi.

 

La giunta Fornaro non ha però accolto la richiesta affrontando il problema attraverso il suo assessore all’edilizia pubblica Salvatore Crisafulli, che intervenendo anche in consiglio comunale su sollecitazione del Pd, aveva illustrato un suo progetto alternativo i cui lavori sarebbero dovuti partire a settembre.

 

Invece è passata un ‘altra estate d’inferno – si sfoga Anna Zagaria – e siamo ancora allo stesso punto di partenza. A mio non è questione di caldo o di freddo. Quando c’è aria stagna e non c’è vento l’odore è irrespirabile. Quando c’è vento si disperde, ma il problema c’é. Ieri pomeriggio, nonostante la pioggia, non si poteva entrare. Certo, quando c’è tanto vento, soprattutto dove c’è Nicola, che è più aperto, invece l’odore si disperde. Per me è il cemento che si è impregnato”.

 

Di fronte all’ipotesi di riapertura dei loculi per l’intervento proposto dall’assessore Crisafulli, la mamma di Nicola Lima tiene però a sottolineare: “Io non sono un tecnico. Non voglio entrare nel merito di quello che è il lavoro. Se dovesse essere mio figlio che crea il problema, che aprino pure e lo sistemino. Cosa devo dire. L’importante è che la cosa venga risolta per tutti. Noi parenti come facciamo a dire “E’ meglio questo. E’ meglio quello”. Siamo però tutti inviperiti perché dopo l’estate come è passata si aspettava l’avvio dei lavori promessi da Crisafulli a settembre. Invece siamo a ottobre ed è tutto come prima. Quello che interessa è che ci sia un ambiente sano dove si possa poter andare. Se ho voglia di stare con mio figlio cinque minuti, dieci minuti, tre ore, mezza giornata, senza rischiare di stare male. C’è gente che fa il giro largo, c’è gente che fa il giro stretto, c’è gente che arriva e scappa via, Non è possibile”.

 

Interpellato sul ritardo dei lavori, l’assessore Crisafulli ha affermato di aver rinviato il progetto di apertura, pulizia dei loculi con contestuale installazione di sottocasse raccogli liquido dotate di materiale enzimatico, innalzamento dei tetti dei loculi e abbattimento di parte della parete in fondo del lato Ovest dopo aver ricevuto il parere negativo all’apertura dei loculi da parte dell’architetto Barbera, portavoce dei parenti dei defunti.

Non intendiamo profanare le tombe – ha detto Crisafulli – né aprirle senza il consenso dei parenti. In alternativa, considerando che sulla mancanza di aerazione sono d’accordo tutti i tecnici, entro ottobre installeremo sugli attuali lucernari tre estrattori industriali a ventilazione forzata e terremo monitorata l’area per qualche mese. Se nonostante questo tentativo non risolveremo il problema, è nostra intenzione confrontarci con tutti i tecnici e l’architetto Barbera, che rappresenta i parenti, per trovare una soluzione condivisa”.
Ombretta T. Rinieri