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Più chiarezza nei rapporti, Rimpalli tra due giunte

(Flashback-Ccsa: “La Prealpina”: 18 marzo 2007 pag. 15)

 

 

Vivace dibattito in consiglio comunale

 

ARESE – “In questa lettera (di Valer Stoppa, ndr) si dicono cose abbastanza gravi”, ha esordito Ippolita Papagno, rivolgendosi in consiglio comunale al presidente della Fondazione Pierluigi Pogliani.
E quest’ultimo ha così precisato: ”Stoppa è stato sollevato con lettera ufficiale. Non è stata una mia iniziativa. Sulla solvibilità del Ccsa qualche dubbio sorge quando ci si trova davanti a un’azienda che per due anni ha avuto una perdita, ma oggi i pagamenti richiesti sono stati puntuali. Il canone d’affitto annuo di 208mila euro è stato stilato in collaborazione con il Ccsa per condividere i loro problemi economici. Quella lettera non è completa, perché il Ccsa ha presentato un altro bilancio con utile di 58mila euro. Non è vero che nei cdg e nei cdi non si sia mai affrontata la questione del disavanzo, mentre è abbastanza vero che dovremo trovarci con il Ccsa per definire chi fa che cosa, perché in questo momento non è chiaro”.
Ciò ha spinto Armando Calaminici (Ds) a intervenire: “E’ la seconda volta che chiediamo la convocazione del consiglio comunale su questi temi dopo il 5 maggio 2005. Si vogliono conoscere le cose alla fonte senza reticenze e ipocrisie. Nel 2005 sono emerse le responsabilità del Ccsa e quelle dell’amministrazione comunale, che diminuendo i trasferimenti al Ccsa da 150mila euro a 55mila ha contribuito al dissesto finanziario dell’associazione”. Tuttavia la riduzione dei trasferimenti parte con la giunta Ronchi. “Nel 1996 – ha ammesso Calaminici – la giunta Ronchi ha raggiunto un accordo per il quale il Ccsa doveva far fronte a pulizie, manutenzioni e consumi di luce, acqua e gas”.
L’accordo prevedeva un piano di ammodernamento degli impianti, che il cambio di giunta nel 1999 tra Ronchi e Perferi fa saltare. Con gli impianti vecchi il Ccsa perde apeal rispetto ai concorrenti. Le difficoltà aumentano e si arriva al disavanzo del 2004.
L’amministrazione interrompe il filo diretto e istituisce la Fondazione, i cui organi sono nominati previo accordo tra i partiti e che per statuto è obbligata chiudere il bilancio in pareggio.
Oggi è la Fondazione che affitta gli impianti al Ccsa e si accolla il costo dei consumi. Sul ritorno al passato Calaminici è critico: “Porterà oneri sostanziali alla Fondazione” e di conseguenza al comune.
Diversa la ricostruzione dell’assessore allo sport Carlo Giudici: “L’inversione di tendenza è partita nel 1992 con un contributo che da 380 milioni di lire finiva nel 1996 con 150 milioni. Il periodo più critico è quello tra il 1995 e il 1999. Questa giunta ha solo rinnovato per altri due anni il rapporto convenzionale precedente”. “Con noi i bilanci non erano in perdita”, si è affrettata a dire l’ex sindaco Rosella Ronchi (Margherita). “Neanche con noi lo erano – ha rimbeccato Giudici – perché le perdite erano pregresse e accumulate in quanto il contributo stabilito non bastava”.
Fra i due contendenti si è frapposta la consigliera Papagno, che ha attaccato il presidente della Fondazione: “Non è solo una responsabilità solo dell’amministrazione comunale, ma anche di chi faceva parte del direttivo Ccsa come Pogliani, che partecipava alle riunioni e guardava i bilanci semestralmente e che facendo parte del partito del sindaco (Udc, ndr) poteva avvisare l’amministrazione”. A seguire l’attacco all’ex presidente del Ccsa Roberto Ferrari: “Il presidente di un’associazione privata ha compiti e responsabilità ben precise”. “Le piccole cifre del 2002, 2003 (13mila e 35mila euro) – le ha risposto Giudici – erano accettabili su un discorso globale. Il Ccsa non è scappato. Ha assolto e ha trovato delle sponsorizzazioni per risolvere il problema dei debiti. Ora c’è la nuova gestione con la Fondazione. Fra due anni si capirà se dovremo intervenire o continuare con gli sponsor”.
Ombretta T. Rinieri