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Un centro di aggregazione da tre generazioni

(Flashback-Ccsa: “La Prealpina” – 30 luglio 2006 – tutta la pagina 24)

 

ARESE – Il Centro culturale sportivo aresino non è solo sport. Ma anche e soprattutto impegno e aggregazione sociale. A testimoniarlo molti attori della compagine cittadina. Come l’associazione Aresenoi, che si occupa di disabili. “Noi usufruiamo della piscina due pomeriggi alla settimana con quindici ragazzi – fanno sapere dagli uffici della responsabile Fiorella Pedron – che sono accompagnati da un volontario con un’assistenza di uno a uno. I ragazzi, in realtà, sono persone con una certa età. Hanno delle disabilità tali per cui camminare per loro è difficile. Ma in acqua si muovono a loro agio. Per loro andare in piscina è sempre una festa e fra le attività che proponiamo è quella che a loro piace di più”.
Luigi Piana, attuale vicesindaco, in passato anche assessore allo sport e vicepresidente del Ccsa. “Quando sono venuto ad abitare ad Arese agli inizi degli anni 80 – racconta – ho imparato a conoscere la città frequentando il Ccsa, giocando a tennis. E’ lì che ho conosciuto i primi amici. Ancora oggi penso che il Ccsa sia un grande centro di aggregazione e con le difficoltà che ci sono oggi a socializzare e a fare nuove amicizie è indispensabile che ci sia. E’ un luogo non solo per i bambini e per coloro che vogliono fare dello sport a livello agonistici o para-agonistici, ma anche solo per presentarsi e conoscersi”. Poi Piana rientra nel ruolo dell’amministratore e in particolare in quello dell’assessore ai lavori pubblici: “A settembre – spiega – partiranno i lavori per la nuova piscina. Quando sarà ultimata, bisognerà ragionare su cosa fare di quella storica. La mia idea è che diventi un luogo di socialità per Arese”. L’assessore allo sport Carlo Giudici riprende il filo dei ricordi: “Ho vissuto il Ccsa fin dagli inizi e quello che ho sempre apprezzato dell’associazione sono i grossi risultati che Arese ha raggiunto nello sport. Per il futuro auspico, tuttavia, una più stretta collaborazione con il Gso, l’organizzazione sportiva dell’oratorio, perché le maestranze sono sempre poche e allora vale la pena che queste non vengano disperse in diverse associazioni sportive. Io ci ho provato e c’eravamo riusciti negli anni 70 ottenendo buoni risultati. Poi purtroppo i legami si sono un po’ diluiti. Auspico che Ccsa e Gso tornino a parlare di sport assieme”.
“Anch’io sono passato dalle forche caudine dello sport – racconta il sindaco Gino Perferi – vent’anni fa insieme a mia figlia ho praticato gli impianti del Ccsa per l’atletica leggera. Io facevo il fondo, lei il lancio del peso. E devo dire che il Ccsa ha sempre fatto lo sport per tutti, ma con un ‘attenzione a tutti. Dai disabili ai giovani. In un ambiente che le amministrazioni che si sono susseguite ad Arese hanno sempre ritenuto un fiore all’occhiello per la città. Dall’epoca di Grandi a oggi. Il futuro non può che muovere da queste considerazioni positive. Va quindi sottolineato l’aspetto della collaborazione con le altre realtà, che non vanno disperse, ma incentivate e diffuse”. E riguardo alle difficoltà economiche che il Ccsa sta attraversando afferma: “L’associazione ha tanti meriti e nonostante le difficoltà i suoi volontari sono rimaste ad affrontarle. Negli ultimi due anni ho passato molto tempo con l’esecutivo del Ccsa. Abbiamo discusso, battuto i pugni sul tavolo, ma trovato in ogni situazione la quadra e oggi siamo oltre i tre quarti del guado. E non è cambiato niente rispetto a prima. C’è stata una maggiore coesione e la voglia di andare avanti a sviluppare lo sport ad Arese. Ora è partita la Fondazione, che è un altro modo di gestire lo sport con l’esperienza e i valori umani del Ccsa. La Fondazione non sarebbe esistita senza il Ccsa”.
Ombretta T. Rinieri