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Editoria. De Bortoli : difficile rapporto con le proprietà

Ferruccio De Bortoli ha inviato un messaggio scritto alla presentazione milanese del libro di Giulio Borrelli ‘Le mani sul Tg1’, e ha preso lo «spunto per parlare anche dei conflitti di interesse e della necessità di un maggiore pluralismo della carta stampata». «Un difficile rapporto con le proprietà – ha aggiunto – lo abbiamo anche noi, anche alla Rcs, anche al Corriere. Il numero di azionisti, elevato, e in gran parte disinteressato allo sviluppo dell’editoria costituisce una anomalia non solo italiana». «L’antidoto – ha aggiunto – sta nella nostra professionalità, nel nostro grado di indipendenza e nella consapevolezza che la nostra storia, e i valori che custodiamo, sono infinitamente superiori a quelli dei nostri azionisti, verso i quali vi deve essere rispetto, ma non accondiscendenza o peggio complicità».

de bortoli-thumbMilano, 9 giugno 2010. Ferruccio De Bortoli ha inviato un messaggio scritto alla presentazione milanese del libro di Giulio Borrelli ‘Le mani sul Tg1’, e ha preso lo «spunto per parlare anche dei conflitti di interesse e della necessità di un maggiore pluralismo della carta stampata». «Un difficile rapporto con le proprietà – ha aggiunto – lo abbiamo anche noi, anche alla Rcs, anche al Corriere. Il numero di azionisti, elevato, e in gran parte disinteressato allo sviluppo dell’editoria costituisce una anomalia non solo italiana». «L’antidoto – ha aggiunto – sta nella nostra professionalità, nel nostro grado di indipendenza e nella consapevolezza che la nostra storia, e i valori che custodiamo, sono infinitamente superiori a quelli dei nostri azionisti, verso i quali vi deve essere rispetto, ma non accondiscendenza o peggio complicità». De Bortoli ha iniziato il suo intervento scritto parlando dell’argomento del libro di Borrelli, cioè la Rai. «Non ne condivido alcune parti, qualche tonalità è a mio giudizio eccessiva – ha sottolineato -, ma certo il merito di porre il problema dell’ingerenza della politica nell’informazione televisiva. Una costante storica della Rai che ha assunto negli ultimi tempi il carattere di una seria patologia del nostro sistema democratico». Secondo il direttore del Corriere della Sera «una Rai più libera dalle interferenze, saprebbe garantire i criteri di indipendenza e oggettività che hanno caratterizzato le su stagioni migliori. E assicurare il rispetto della par condicio, dell’equilibrio nell’esposizione dei fatti, dell’onestà della narrazione, che sono patrimonio di base irrinunciabile di ogni buon professionista, e non solo della televisione». De Bortoli però ha parlato anche della situazione della stampa, e del suo quotidiano. «Si può e si deve parlare di cose che spiacciono all’azionista – ha osservato -. Si può e si deve criticare l’azionista. Ma si deve essere consapevoli che gli errori si pagano e caro. L’indipendenza è direttamente proporzionale alla competenza, all’accuratezza e alla credibilità. Una notizia completa e verificata, non le ferma nessuno, specie con le nuove tecnologie dell’informazione. E così una buona inchiesta, con fonti sicure accertate». (ANSA).

DA www.francoabruzzo.it