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Oggi è la Giornata Mondiale degli Oceani

Lo ricorda il Wwf, mentre contemporaneamente i telegiornali di tutto il mondo mandano in onda il più grande disastro marino di tutti i tempi. Con un presidente americano Obama, che al di là delle invettive contro la compagnia petrolifera Bp, si ritrova impotente a gestire l’emergenza epocale nel Golfo del Messico.
Impotente lui. Impotenti anche tutti gli abitanti del mondo al rischio che la marea nera prenda la via della Corrente del Golfo e arrivi al di qua dell’Oceano Atlantico. Giusto a dimostrare che questo nostro ambiente terrestre non ha confini e che tutti a questo mondo dovremmo vigilare per tutelarlo davvero. Si parla di richiesta danni e sanzioni, come a dire che basta far pagare qualcuno a qualcun altro, per risarcire le migliaia di animali avvelenati e il diritto negato alla natura di migliaia di persone.
Nella Giornata Mondiale degli Oceani, il Wwf punta il dito anche sulla pesca indiscriminata che sta mettendo a rischio la biodiversità marina. “Circa il 65% degli stock di pesce di alto mare – denuncia l’associazione – è sovra sfruttato, mentre la pesca a strascico in acque oceaniche distrugge le barriere coralline di profondità, i cui fragili coralli d’acqua fredda e buia, ricoprono le alture sul fondo oceanico. La pesca legale in alto mare spesso non segue le indicazioni della comunità scientifica mentre i pescatori illegali strappano al mare 1,2 miliardi di dollari ogni anno. A ciò si aggiungono i sussidi dei governi che gonfiano la flotta di peschereggi globale”.
“Il disastro della Lousiana – afferma ancora il Wwf – ci ricorda come non abbia più senso dipendere da combustibili fossili, principale causa dei cambiamenti climatici. Cinquant’anni di ecosistemi compromessi e deteriorati valgono una maggiore spinta verso le energie rinnovabili”.