- Detto Schietto - https://www.dettoschietto.it -

E Arese studia come potenziare le sue tante ‘isole’ di negozi

Flashback centro commerciale – 2

 

Il Centro Giada

Il Centro Giada

ARESE – Nell’ambito del convegno ‘Verso l’Expo 2015‘, il sindaco di Arese Gino Perferi ha illustrato il nuovo piano commerciale della città, ideato per risollevare le sorti dei negozi locali, per incentivare le vendite e aiutare le realtà attive sul territorio.
Per guardare al futuro, é stata prima presentata nell’incontro organizzato all’auditorium ‘Aldo Moro’ una ricerca sui comportamenti di acquisto della popolazione aresina, commissionata dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Mandamento di Rho della Camera di Commercio di Milano, con l’obiettivo di capire se i bisogni dei consumatori aresini sono soddisfatti dall’attuale offerta commerciale cittadina, in vista anche dell’importante appuntamento fieristico internazionale cui tutto ,il circondario si sta preparando.
Il sondaggio telefonico, condotto nei mesi di settembre e ottobre 2007 dalla società Marketing & Telematica, ha preso in considerazione un campione di 1270 persone (su 19.500 abitanti), suddivise per sesso (50% donne e 50% uomini) e, all’interno della suddivisione di genere, per età. Con un range di anni di nascita dal 1945 al 1976. Le domande hanno riguardato i luoghi privilegiati di acquisto per i beni alimentari e non alimentari (compresa la propensione agli acquisti on-line) e le abitudini di vita e di acquisto quali orari e tempi.
L’analisi ha evidenziato come il comune di Arese non abbia un vero e proprio centro nel quale si indirizzino gli acquisti, ma sia caratterizzato da una delocalizzazione dei negozi in punti diversi del territorio, il cui concentramento o meno forma delle ‘piazze’ a sé stanti in un’ottica di esercizi di vicinato o di ritrovi ludici come bar e ristoranti. In quest’ottica sono stati individuati il Centro Giada, Viale Einaudi, il centro comunale, piazza XI Settembre e il centro commerciale ‘Le Mimose‘ e, fuori il comune, la grande distribuzione organizzata di Santa Maria Rossa a Garbagnate Milanese e quella di Baranzate (Metropolis). Geograficamente il 46% del campione compie acquisti di generi alimentari ad Arese, privilegiando per la qualità dei prodotti e la vicinanza il negozio per il pane e il mercato comunale per frutta, verdura e pesce. In quest’ultimo caso importanti anche i prezzi più bassi, il maggiore assortimento e la fiducia verso il commerciante.

La grande distribuzione è preferita invece soprattutto per i prodotti alimentari secchi come pasta e biscotti (93%), per la vicinanza a casa (21,3), il risparmio (20,5), la qualità (12,4) ma anche perché in un solo luogo vi è un vasto assortimento e si possono comprare molte merci in poco tempo (5,6%). 

Per quanto riguarda i beni non alimentari, geograficamente Arese viene scelta dal 22% del campione. Di questi il 10% acquista abbigliamento, il 31% in profumeria, il 27% prodotti di pulizia della casa e il 19% libri e musica. I negozi tradizionali e il mercato comunale sono scelti in questa categoria per l’assortimento maggiore (59 per cento), la qualità dei prodotti (12%) e la vicinanza (11%). Il 33% degli intervistati si sposta a Garbagnate per i prodotti di igiene e cura personale (47 per cento), e di pulizia della casa (60). La grande distribuzione è scelta per l’assortimento (47%), la convenienza (27%), la vicinanza casa-lavoro (21%) e la riduzione di tempo (6%). Infine il 25% degli intervistati si dirigono a Milano per acquistare vestiti (43%), dischi e libri (50%).

Nella graduatoria dei luoghi aresini più graditi vi è la sorpresa di piazza XI Settembre, indicata dal 50% del campione come luogo preferito per la scelta dei negozi in essa presenti (63%) e per i bar e ristoranti (54%). Segue di poco con il 48% il Centro Giada per i negozi (74%) e per la presenza di alcuni luoghi di ritrovo (biblioteca e bar). Il restante 2% è suddiviso tra Viale Einaudi e le Mimose. Il primo per negozi e bar e il secondo soprattutto per la vicinanza alla propria abitazione o al luogo di lavoro.

Dalla ricerca emerge la necessità di un’offerta di apertura dei negozi diversa: Il 55% delle persone dai 50 anni in giù, che per motivi di lavoro non ha molto tempo per lo shopping, vorrebbe acquistare dalle 18 alle 21 di sera e vi è un 12% che vorrebbe acquistare addirittura dopo cena. Nel fine settimana, il 74% degli intervistati continua a dedicarsi ai propri svaghi (sport, gite ecc.), mentre un 26% (giovani sotto i 30 anni) dedica il proprio tempo libero negli acquisti.
Stando agli intervistati l’offerta commerciale sarebbe carente in termini di negozi di abbigliamento (33 per cento) e calzature (39) e libri e musica (11%). Vi è anche un 5% soddisfatto dei negozi già presenti. Il 68 per cento del campione dispone di un collegamento internet. Ma solo sei persone su cento utilizzano il mezzo elettronico per acquisti on-line.
Ombretta T. Rinieri
(‘La Prealpina’ – 25 febbraio 2009 – pag. 11)