ARESE – “Questa strada la conosco da quando avevo sei anni – racconta Alessandro Cipullo parlando di via Sempione -via Nuvolari. Però c’era assolutamente un altro livello di traffico, di rumorosità, quindi quando tre anni fa ho comprato qui casa e mi sono trasferito da via dei Tigli, il problema in maniera un po’ forse superficiale non me lo sono nemmeno posto. Ma da quando c’è stata l’apertura del centro commerciale, qui il sabato e la domenica non si vive. Quando cammino qui fuori, si fermano sempre a chiederti: <Scusi per il Centro?>. Ci sarà sicuramente il traffico locale. Io non so in che percentuale. Ma moltissimi si dirigono al centro”.
Probabilmente il satellite non è aggiornato con le modifiche viarie e i ton ton arrivano fino a un certo punto. Così la gente che ha scoperto l’alternativa di Arese alla Varesina deve chiedere. Il traffico aumenta, l’inquinamento acustico anche. Fra le cause il porfido degli attraversamenti rialzati. E’ la tesi di Erika Starz, fra i vicini della famiglia Cipullo.
“Per me sono strade pericolose – afferma – vede cosa è successo? In pochi vanno a 30 km all’ora. E gli autobloccanti degli attraversamenti pedonali peggiorano la situazione. Frenandoci sopra la macchina slitta e fanno un rumore insopportabile. E’ più forte che sull’asfalto. Infatti ho chiesto all’Amministrazione di asfaltarli. Abitando qui si sente la differenza di rumore prodotto dall’asfalto e dagli autobloccanti. Questi ultimi sono stati messi per ridurre la velocità, ma siccome nessuno rallenta e sono più rumorosi tanto vale eliminarli e sostituirli con il normale sedime stradale. E’ in gioco l’incolumità delle persone e il fatto che si continui a vivere in un contesto residenziale”.
Una nota riguarda i disabili. “Ho visto molto spesso gli anziani in carrozzina – afferma Erika Starz – portati dalle badanti sulle piste ciclabili a causa dei marciapiedi fatti con gli autobloccanti le cui vibrazioni sono fastidiose per chi è seduto. E la stessa cosa vale per i bambini nei passeggini”.
O.T.R.
(Il Notiziario 28 aprile 2017 – pag. 66)