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A Villa Litta il fascino dell’arte incisoria su carte pregiate fatte a mano

In mostra anche il pregiato ‘libro d’artista’ dell’aresina Francesca Magro

2015-10-31 12.33.20LAINATE – Si è chiusa a Villa  Visconti Borromeo Litta la mostra d’incisione e carte pregiate europee e giapponesi “Paper Blood – dalla carta all’opera di stampa”,   che durante il mese di ottobre ha proposto le opere incisorie di una ventina di artisti internazionali  e mostrato una selezione di carte artigianali realizzate da maestri cartai.

L’esposizione, patrocinata dal comune di Lainate, promossa dall’associazione Amici di Villa Litta in collaborazione con la Stamperia d’arte milanese 74\b e l’associazione Milano PrintMakers, si è snodata all’interno del Museo della stampa voluto e curato da  Adriano Anzani,  sindaco di Lainate dal 1980 al 1993,  ex artigiano della stampa e appassionato d’arte.

L’incisione, che di fatto è un trasportare da una matrice a un foglio di carta un’immagine 2015-10-31 12.21.42previa inchiostrazione e passaggio al torchio, si compone di una molteplicità di tecniche per impadronirsi delle quali vi è molto studio, precisione e affinato senso e gusto artistico.

Due i rami principali in cui si divide la tecnica: incisione in cavo e incisione in rilievo. Nell’incisione in cavo, la matrice ha dei solchi nei quali entra l’inchiostro, mentre in quella in rilievo l’inchiostro rimane nelle aree più alte della matrice.

Molte opere in mostra a “Paper Blood” erano in acquaforte e/o acquatinta. Nell’acquaforte l’artista incide il disegno su una lastra di metallo ricoperta da una vernice particolare. La punta asporta la vernice e una volta completato il disegno, la matrice viene immersa in un acido. Questa operazione è chiamata morsura, perché l’acido “attacca e morde”. Successivamente si passa l’inchiostro, che si infiltra nei solchi scavati dalla morsura e ne risulta un cderto tipo di immagine.

2015-10-31 12.29.01L’acquatinta invece è un passaggio successivo per dare i toni di grigi, perché con l’acquaforte i grigi si possono ottenere solo con il tratteggio, come se fosse una sorta di chiaroscuro a penna. L’acquatinta è in grado di rendere una finitura di grigi di chiaroscuri altrimenti difficile da ottenere. E’ un metodo più tardo a livello storico, nel senso che interviene più tardi rispetto all’acquaforte e si sviluppò molto in Inghilterra proprio per ottenere i toni di grigi.

Un terzo tipo di incisione da ricordare è la planografia, ossia la litografia, dove la matrice è direttamente piana.  E non va dimenticata la linografia, la cui matrice è un materiale in linoleum che viene inciso con degli scalpelli particolari, chiamati sgorbie. L’inchiostro scorre sulla parte alta della matrice e non raggiungendo i solchi restituisce una certa tipologia d’immagine.

20151031_16562720151031_165548Tecniche tutte presenti nelle opere esposte, alcune in forma singola, altre in combinazione fra loro, come nel caso dell’artista aresina Francesca Magro, che non si è  limitata a rendere dei saggi di lavori in acquaforte/acquatinte,  ma ha addirittura prodotto artigianalmente “un libro d’artista”, dal titolo “A pelle”, realizzato su carta giapponese Washi Torinoko Kozu, fatta a mano,  come pure la rilegatura, mentre la stampa dei racconti è stata eseguita con i caratteri Garamond mobili a piombo.

Il volume,  con all’interno  cinque incisioni realizzate dall’artista,  è stato stampato in cinquanta esemplari da Moreno Chiodini con i torchi a mano della Stamperia 74/b di Ivan Pengo.

Una vera e propria chicca, se si considera che il libro d’artista vanta una grande tradizione europea. Fu infatti Ambroise Vollard, grande editore e 2015-10-31 12.28.372015-10-31 12.30.24gallerista parigino di inizio ‘900, che reclutò gli artisti della sua epoca, da Picasso  a Cezanne a Munch, per dare vita alle edizioni illustrate dai cosidetti pientres-graveur. Per Vollard i libri d’artista erano creature straordinarie, nate dalla perfetta affinità fra autore , editore e stampatore, costruite su un equilibrio calcolato di testi e immagini, laddove la scelta dei caratteri tipografici abbracciava quella delle carte, le modalità di stampa incontravano la profondità dei soggetti, del segno, dei temi

Da segnalare inoltre come il maestro giapponese Shuhei Matsuyama si sia prestato a disegnare con un grosso pennello all’inaugurazione del 10 ottobre  l’ideogramma ‘washi’, spiegando  che ‘wa’ indica Giappone e “shi” carta. Tradotto, “carta giapponese”, la cui tradizione risale al seicento. E’ fatta a mano e in Giappone, oltre che per origami e altre forme artistiche, è utilizzata anche in arredamento per la sua capacità di filtrare la luce.

2015-10-31 12.25.112015-10-31 12.25.29Oltre alle opere pregevoli di Francesca Magro, degne di nota anche quelle degli altri artisti incisori:  Andrea Mariconti, Arianna Vairo, Ciro Agostoni, Cristian Schiettino, Elena Monzo, Elham Asadi, Federico Romero Bayter,  Francesco Casolari, Francesco Santosusso, Giangi Pezzotti, Gianluca Negrini, Guido Scarabattolo, Marco UselliRenato Galbusera, Salvatore Zappalà,  Tano Santoro, Vincenzo Grosso e Davide Baroggi.

Dal novembre 2014  la carta washi è stata inserita fra i patrimoni orali e immateriali dell’Unesco, che sono quelle espressioni della cultura immateriale che l’organizzazione dell’Onu per l’educazione, la scienza e la cultura ha ritenuto di riconoscere per sottolinearne l’importanza per l’umanità.

Si può concludere che “Paper Blood” abbia creato a Villa Litta un’atmosfera affascinante a cavallo tra la cultura orientale ed europea fatta di percezioni visive e tattili da cui la passione per il bello e il gusto dell’arte si è svelata al visitatore attento.

Ombretta T. Rinieri