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Il Comune chiede 500mila euro all’ex Cdi di Facs

L’atto di citazione è giunto in aprile, ma la notizia è stata confermata solo ora, dopo che si sono diffuse voci (errate) di avvisi di garanzia. La causa partirà in autunno. La rabbia di Calaminici: “Ero contrario, ora mi sento beffato”

Un momento della conferenza stampa dell'aprile 2011 quando Armando Calaminici (in mezzo tra Giuseppe Augurusa e Paola Pandolfi) annuncia le sue dimissioni dal cdi di Facs

Un momento della conferenza stampa dell’aprile 2011 quando Armando Calaminici (in mezzo tra Giuseppe Augurusa e Paola Pandolfi) annuncia le sue dimissioni dal cdi di Facs

ARESE – Il 15 aprile scorso tutti i membri del consiglio d’indirizzo e del consiglio di gestione del primo mandato della Fondazione Arese Cultura e Sport  hanno ricevuto dal Tribunale di Milano un atto di citazione per danni al centro sportivo “Davide Ancilotto”. All’allora presidente Pierluigi Pogliani e agli altri dieci componenti dei due organismi viene chiesta una cifra complessiva pari a 487.045 euro, oltre alle  spese legali. A testa,  dovrebbero versare almeno 50mila euro nelle casse comunali.

A chiamare in causa gli ex amministratori di Facs,  è stato il sindaco di Arese Michela Palestra,  che ha firmato l’azione di responsabilità, preparata dall’avvocato Roberto Ollari,  per i profili di illegittimità con cui il 5 luglio 2010 la fondazione ha prima individuato Intese quale “partecipante a progetto speciale” e poi consegnato alla società romana il 1° agosto dello stesso anno il patrimonio immobiliare di viale Resegone  senza la sottoscrizione di un contratto. Se pure sia stata il sindaco ha firmato l’avvio della causa civile, in realtà la decisione è stata presa dalla giunta all’unanimità il 26 febbraio 2014 con la delibera numero 50.  

 

In casa Pd la citazione ha avuto un effetto dirompente  perché è andata a colpire Goffredo Scortecci e Armando Calaminici,  che in quel periodo fecero parte della componente politica di fondazione,  e che paradossalmente si vedono attribuire delle responsabilità nonostante entrambi abbiano manifestato sempre delle riserve sull’intera operazione. Scortecci si astenne dalla manifestazione d’interesse che portò Intese dentro il centro sportivo. Calaminici arrivò a dimettersi da consigliere di Facs nell’aprile 2011 in aperta polemica con la gestione degli impianti portata avanti da  Alessandro Chiappini.

 

La vicenda trapela ora perché in città si è diffusa una perniciosa voce di avvisi di garanzia, che confonde però il piano penale con quello civile, cui invece gli atti di citazione di riferiscono.  E’ probabile che la confusione sia dovuta ai precedenti esposti, che la Lega Nord da una parte con Vittorio Turconi, Andrea Bartolini e l’allora esponente Massimiliano Seregni  e il Pd dall’altra, con Giuseppe Augurusa,  annunciarono di aver presentato  in Procura sulle vicende del centro sportivo.

 

A ogni modo gli atti di citazione ricevuti da Calaminici e Scortecci,  la cui causa civile partirà a settembre in Tribunale a Milano,   hanno aperto nel Pd un confronto con gli assessori Giuseppe Augurusa, Eleonora Gonnella ed Enrico Ioli sul ‘fuoco amico”.

 

Lo racconta Armando Calaminici stesso, che non nasconde la propria amarezza per l’accaduto e l’irritazione per le chiacchiere sul territorio .  “Il comune – spiega – chiede i danni a seguito della decisione del 19 luglio 2010 con cui Facs individua in Intese il partner speciale. Data, peraltro, in cui io  non c’ero perché in vacanza.  La consegna del centro sportivo a Intese è l’origine di tutti i mali. Ma qui si sfonda una porta aperta perché l’abbiamo sempre criticata anche noi. Noi abbiamo varato all’unanimità l’avviso del 5 luglio 2010 per la ricerca di un partner speciale , che era una cosa che si poteva fare”.

 

I presupposti per la causa civile nei confronti degli ex amministratori di fondazione partono dalla commissaria prefettizia Anna Pavone, che il 2 maggio 2013, dopo aver acquisito un parere tecnico-giuridico (secretato) proprio di Ollari, aveva incaricato gli avvocati Marsico e Chiarolanza. Nel frattempo si tengono le elezioni amministrative e si insedia la giunta Palestra. A ottobre gli avvocati rinunciano al mandato. “In una nota – racconta l’esponente storico del Pd aresino – i legali spiegano di rinunciare perché dopo l’uscita della Pavone era venuto meno il rapporto di fiducia. E qui interviene il sindaco che delibera l’incarico a Ollari”.

 

Voi sapevate del mandato?

“Noi non sapevamo niente, nemmeno della delibera presa a febbraio”. Eppure è firmata anche dalla componente Pd. “All’unanimità – risponde Calaminici – Augurusa, Gonnella e Ioli ci hanno chiarito che la delibera, di cui si era parlato in una pre giunta, fu presa velocemente alla fine di un consiglio comunale. Fatto sta, che è chiarissima e dice di procedere nei confronti degli ex amministratori di fondazione”.

 

Eppure degli errori sono stati fatti…

”In effetti – asserisce Calaminici – correttamente Facs sceglie Intese come partner sperciale. Poi a distanza di sette giorni consegna il centro sportivo a Intese con un verbale provvisorio. Cosa che  è fuori da ogni aspettativa. Formalmente l’errore lo fece il presidente Pogliani, ma al di là del grado di responsabilità, adesso risultiamo coinvolti tutti”.

 

Perché formalmente?

“Perché dal 2005 fondazione – non ha remore di dire Calaminici – era un paravento in mano all’amministrazione comunale. L’operazione intese è stata patrocinata e promossa dal comune, che è anche socio fondatore di Facs. Tutto ciò che ha fatto Pogliani, discutibile e criticabile, lo ha fatto a livello di giunta e di consiglio comunale. Questa è la verità. Però, purtroppo,  questa  verità ai fini giudiziari non è ammissibile perché la citazione è sui consiglieri di Facs, mentre se si voleva fare un’azione di chiarezza e di pulizia, bisognava chiamare in causa le giunte comunali precedenti”.

 

Deluso dalla giunta Palestra?

“Delusissimo”.

Ombretta T. Rinieri

(Il Notiziario – 12 giugno 2015 – pag. 82)