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Assunzioni non regolari alla Gallazzi Vismara? Il parere dell’assessore di allora, Maria Turconi

turconimaria1ARESE – Troppa polvere sotto il tappeto e ad Arese si è aperto un altro fronte: quello della residenza sanitaria assistita“Gallazzi Vismara”.

Dopo adp ex Alfa Romeo, centro sportivo, amianto nella scuola di via Col di Lana, timori per la presenza, reale o presunta, della‘ndrangheta sul territorio, viabilità e infrastrutture in rivisitazione che fanno temere ai cittadini lo sconvolgimento dell’”isola fiorita”.

Un bilancio in perdita e assunzioni senza concorso sarebbero, al momento, fra le ragioni che avrebbero indotto Anna Pavone a puntare la propria attenzione sulla casa di riposo. Nel giro di nemmeno tre mesi la commissaria prefettizia ha azzerato il cda nominato a luglio 2012 dalla giunta Ravelli, modificato lo statuto dell’azienda speciale per poter affidare i compiti del consiglio amministrativo a tre capi servizio comunali e risolto anticipatamente il contratto del direttore generale Luigi Piana già sostituito con Sandro Rizzoni, previo bando durante le feste natalizie. Mosse che non sono passate inosservate e che hanno già provocato reazioni fra le forze politiche cittadine.

In particolare le assunzioni senza concorso di tre dipendenti della rsa risalirebbero alla gestione del direttore generale Roberto Bassi in epoca giunta Perferi. Ne abbiamo quindi chiesto ragione all’allora assessore ai servizi sociali Maria Turconi. “Personalmente non ho mai visionato i singoli contratti di lavoro –risponde l’ex assessore – perché per quanto attiene alla casa di riposo l’assessore ai servizi sociali si occupa di servizio sociale nel senso che mi occupavo dei regolamenti d’ingresso, delle liste d’attesa, delle necessità delle persone, mentre gli aspetti amministrativi, giuridici ed economici della “Gallazzi Vismara”, che è un’azienda speciale sul modello della Gesem, sono di competenza del direttore generale e del consiglio d’amministrazione. Infatti il rapporto tra amministrazione comunale e casa di riposo è regolato da un contratto di servizio sul cui rinnovo, per esempio, mi sono dovuta occupare sul filo di lana quest’estate appena perché nessuno si era accorto che scadeva il 31 luglio”.

 

Ma la rsa poteva procedere a delle assunzioni indipendentemente dalla giunta?

“Sì –precisa Maria Turconi – è una decisione che l’azienda poteva legittimamente prendere in quanto se era necessario modificare la pianta organica per la qualità del servizio era sua facoltà procedere in tal senso. Le recriminazioni della commissaria, infatti, non sono sulle assunzioni ma sulla procedura seguita. Nel merito di questa procedura, onestamente, non sono mai entrata in quanto atteneva appunto all’autonomia gestionale della rsa. Si sta comunque parlando di personale sanitario che già operava da anni nella struttura attraverso la cooperativa Kcs. Le ragioni addotte per il loro passaggio dalla cooperativa all’azienda, di cui fu data sì comunicazione al Comune, furono di tipo qualitativo, ossia con la necessità di avere in casa di riposo infermieri fissi e costanti di riferimento per evitare turn over di personale paramedico (una modalità di lavoro tipica delle cooperative che spesso mandano nelle rsa infermieri che staccano da turni ospedalieri, ndr). In generale per gli anziani e i loro parenti è infatti importante poter contare su personale conosciuto con cui instaurare un rapporto di conoscenza ed empatia reciproco”.

 

Quanto incide il personale sul bilancio della“Gallazzi Vismara”?

“In questo caso si dovrebbe trattare di una minima differenza – risponde Turconi – in quanto a logica il costo del personale assunto direttamente dalla rsa dovrebbe essere stato decurtato dal contratto con la cooperativa. Bisogna anche precisare che da quando la rsa è diventata azienda speciale bilanci e programmi venivano presentati in consiglio comunale per l’approvazione. Per garantire il più possibile una buona qualità del servizio, la Gallazzi Vismara, in accordo con la politica d’assistenza dell’amministrazione comunale, ha sempre avuto un monte di minuti superiore rispetto a quanto previsto dalla normativa regionale di riferimento. Per raggiungere tale obiettivo, ma senza aumentare le rette, il Comune ha per anni ripianato i conti della casa di riposo. Un anno era 160mila , un anno era 120mila e così via fino a oggi. Dall’anno prossimo ciò non potrà più essere fatto per effetto della spending review e del patto di stabilità interno. Perciò la commissaria Pavone, controllando i conti, si è trovata a dover tagliare laddove era possibile. Ha cominciato dalle poltrone ed è passata al controllo dei costi di cui il personale è fra le voci maggiori”.

In origine i cda di nomina politica beneficiavano di un gettone di presenza, che era pari a 500 euro per il presidente e a circa 300 per i consiglieri. Nel frattempo pare sia cambiata la normativa e dal 2011 tali cariche dovevano diventare puramente onorifiche, sempre in virtù del contenimento della spesa. Da quanto trapela sembrerebbe che in Gallazzi Vismara se ne siano dimenticati, anche se tale informazione attende una verifica ufficiale. Non tanto l’ultimo cda nominato da Ravelli quanto quello precedente nominato dalla giunta Fornaro.

Ombretta T. Rinieri

(“Il Notiziario” 15 marzo 2013 – pag.65)