Parlamentari europei si mobilitano in difesa del pluralismo dei media continentali
11 Giugno 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Estera, Impegno civile, Informazione, Nazionale, Politica |
Nei giorni scorsi alcuni eurodeputati hanno presentato una dichiarazione scritta per chiedere agli Stati membri di mobilitarsi per trovare nuovi metodi per finanziare i media e sostenere il giornalismo indipendente. Sottoscrittori della lettera sono la slovena Tanja Fajon, i francesi Jean-Marie Cavada e Patrick Le Hyaric, il tedesco Jorgo Chatzimarkakis e il romeno Ioan Enciu. “Il pluralismo dei media – scrivono i cinque parlamentari -, in quanto prerequisito per la democrazia europea, non è necessariamente garantito dalla competizione e dai progressi tecnologici, mentre il settore dei media sta attraversando una crisi epocale, che sta portando alla chiusura di centinaia di pubblicazioni, al licenziamento di migliaia di giornalisti e alla bancarotta di molte società”. Per questo la loro richiesta alla Commissione e ai governi è di “proteggere il principio del pluralismo e dell’indipendenza del giornalismo come definito dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. Ora se la dichiarazione verrà appoggiata dalla maggioranza del Parlamento, il presidente Jerzy Buzek la inoltrerà alla Commissione e ai 27 parlamenti nazionali. Con questa azione nell’Unione torna d’attualità il dibattito sulla libertà di informazione, dopo che lo scorso ottobre, l’Europarlamento aveva bocciato nove proposte di risoluzione sulla libertà d’informazione in Italia e negli altri Stati membri, tra cui anche una firmata tra gli altri da David Sassoli e Luigi de Magistris, che parlava di mezzi di comunicazione “sotto attacco”; della necessità di garantire il pluralismo dei media in Europa; della questione dei conflitti d’interesse e delle interferenze compiute dal governo italiano sui media nazionali e stranieri. Al dibattito sulla dichiarazione presentata sulla scia della campagna di “European alternatives” e “Alliance internationales de journalistes” per una legge che tuteli la libertà di stampa in Europa, non era presente alcun rappresentante del centro destra. La verde olandese Judith Sargentini ha affermato che l’intento è quello di arrivare a “una legge che proibisca a una sola persona di avere tutto”, non di condurre una “crociata contro l’Italia”, dove tuttavia preoccupa il mix tra “libertà di stampa e business”. “La libertà di stampa è di essenziale importanza per la democrazia”, ha aggiunto l’europarlamentare, che ha tuttavia ammesso come sia difficoltoso fare progressi in quest’ambito, anche a causa della situazione italiana. In base al Trattato di Lisbona, la Commissione può presentare una legislazione su una particolare questione su richiesta di un milione di persone di almeno nove stati membri. Per questo motivo la Sargentini insieme a Lorenzo Marsili, co-direttore del gruppo “European alternatives”, intende mobilitare i cittadini europei per produrre una Iniziativa dei Cittadini (ECI) sul pluralismo dei media entro la fine dell’anno. L’iniziativa suscita però diverse perplessità. “Abbiamo molti nemici”, ha avvisato Paolo Celot della “European association for viewers interests” (EAVI), mentre il bulgaro Stanimir Ilchev ha affermato che l’elite politica del suo paese è forse troppo vicina all’elite industriale, che possiede la gran parte dei media: “Gli uomini d’affari bulgari possiedono – ha detto – televisioni, radio e giornali e le loro banche conservano il denaro del governo”. “C’è una grande minaccia al pluralismo dei media nell’Europa centrale – ha aggiunto Mark Thompson, direttore del programma media all’Open society institute – che deve essere urgentemente risolta e qualcuno non ne ha sufficiente consapevolezza”.
da ‘Informa’