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Bipolarismo in crisi Cresce il partito dell’astensionismo

 

Giuseppe Augurusa, a sinistra, candidato per Arese alle elezioni amministrative del 2009 nella sezione del Pd insieme ai sostenitori Michela Palestra e Claudio Galvani

Giuseppe Augurusa, a sinistra, candidato per Arese alle elezioni amministrative del 2009, nella sezione del Pd insieme ai sostenitori Michela Palestra e Paolo Galvani in attesa dei risultati elettorali

ARESE – Cresce l’astensionismo ad Arese. Nelle elezioni regionali ha superato il 35%. Un grande partito di cittadini che nell’attuale panorama politico non si sente rappresentato da alcuna forza in campo. Un dato che deve far riflettere, perché Arese per ceto sociale, cultura e appartenenza al mondo cattolico rappresenta un laboratorio politico.
Dei 15.746 aventi diritto al voto, si sono recati alle urne 10.274 cittadini, solo il 65,25%. Di questa percentuale, inoltre, 213 voti si sono persi tra contestazioni e schede nulle. Quindi su 10.061 voti validi, il 54,52% ha premiato il centrodestra per Roberto Formigoni (Pdl, Lega Nord e La Destra), il 35,43% la coalizione per Filippo Penati (Pd, Idv, Sel, Verdi, Psi e Pensionati), il 4,20% l’Udc per Savino Pezzotta, il 3,99% il Movimento Cinque Stelle per Vito Claudio Crimi e lo 0,38% Forza Nuova per Gianmario Invernizzi. Se a prima vista appaiono scontati i risultati di lista riferiti ai candidati governatore (la scelta di Penati non era piaciuta a molti elettori del Pd), è la lettura di quelli relativi ai singoli partiti, che riserva delle sorprese.
Con il 17,89% la Lega Nord è tornata in quota Politiche 2008, da dove era scalata all’11,84% durante le amministrative del giugno 2009, quando l’elettorato leghista cittadino aveva bocciato la decisione dei vertici di correre con il Pdl già dal primo turno elettorale. A distanza di nove mesi, il sindaco eletto ha convinto anche i più scettici fra i militanti di Bossi e il partito è tornato a crescere ad Arese, in linea con quanto sta avvenendo a livello nazionale. Dove, varcati i confini della Padania, ormai ha passato la linea dell’Emilia, toccato Roma e raggiunto Campania e Calabria.
Ora i leghisti faranno sentire il proprio “peso” elettorale sulla giunta Fornaro. A cominciare dalla ratifica del nuovo Accordo di Programma sull’ex Alfa Romeo, esattamente sulla falsa riga di quanto già fatto dai compagni di Rho, che interpretando il mal di pancia dei negozianti locali contro il previsto centro commerciale si sono messi di traverso al sindaco Roberto Zucchetti.
Il Pdl raggiunge il 38,15% aumentando il consenso rispetto al 33,29% delle amministrative, in linea con il 38,55 delle politiche 2008, ma in flessione rispetto al 44,11% di quelle del 2006 (Fi+An). Il Pd si ferma al 24,41% rispetto al 24,67% delle amministrative e subisce una vera e propria battuta d’arresto se si confronta il dato con il 30,68% raggiunto sempre nel 2009 con le liste civiche d’appoggio (+6,27). In pratica i due grandi, o sono inchiodati o perdono. Un trend che messo in relazione alla crescita di Lega, Italia dei Valori (6,94%), exploit di primo acchito del Movimento Cinque Stelle (3,39%) e al grande astensionismo dimostra il non senso del bipolarismo, che da una parte costringe a una coabitazione forzata partiti con posizioni a volte decisamente distanti e dall’altra non riesce a determinare una vera alternativa.
Oltre all’astensionismo, l’altro dato eclatante riguarda l’Udc, che con il 3,82% (solo 342 voti) cade in picchiata rispetto al 17,75% delle comunali, e perde anche rispetto al 4,47% delle politiche 2008. C’è da chiedersi se il partito di Casini sconti ad Arese la firma segreta dell’ex sindaco Gino Perferi al documento preliminare dell’Adp con centro commerciale e tangenzialina incorporata o se sia il comportamento di un corpo elettorale che si esprime in città più come una lista civica che come forza politica nazionale, come i risultati delle comunali 2004 (13,8%) e 2009 (13,23% senza civiche) farebbero pensare.

La giunta Fornaro governa infatti grazie all’appoggio esterno dato dall’Udc al centrodestra durante il ballottaggio con il candidato del Pd, Giuseppe Augurusa. Un appoggio esterno, senza apparentamento, che ha determinato in consiglio comunale un rapporto di quindici a cinque tra maggioranza e minoranza. Considerata infatti giuridicamente minoranza (come tale compare anche sul sito comunale e su “Aresium”), l’Udc ha ottenuto tre seggi che altrimenti sarebbero andati alla coalizione del Pd. Nei fatti l’Udc è però organica alla maggioranza della quale esprime il vicesindaco e due assessorati. Un vero e proprio cappotto per l’opposizione.
Fuori dal caso Udc, laddove invece le posizioni dei partiti e dei loro politici sono ideologicamente forti e meno pragmatiche al punto da condizionare la possibilità di essere forza di governo, perdono. E’ il caso di Rifondazione Comunista (1,44%), dei Verdi (0,98%), delle destre (0,23% Forza Nuova, 0,44% La Destra), dei Socialisti (0,26%) e dei Pensionati (0,92%).
In futuro la differenza la farà il partito che sarà in grado di conquistare i disillusi dalla politica che stanno ingrossando l’astensionismo, la cui mancanza di rappresentanza mette a rischio l’essenza stessa della democrazia.

Ombretta T. Rinieri